Le contrade
L’Etna DOC si estende su tre lati dell’estensione del vulcano come una luna crescente, scegliendo Randazzo come suo punto più a nord e Biancavilla come suo limite a sud. Nel disciplinare sono presenti 133 Contrade, ossia sottozone storiche riconosciute a livello ministeriale. Di queste, ben 81 sono a Nord, a sottolineare l’importanza storica del versante nord nella produzione qualitativa di quest’area.
Tenuta delle Terre Nere ad oggi possiede vigneti in sette contrade a Nord – Calderara Sottana, San Lorenzo, Bocca d’ Orzo, Guardiola, Santo Spirito, Moganazzi e Feudo di Mezzo – una ad Est, Contrada Salice, e una a Sud a Biancavilla, nella frazione di Montalto.
Fin dalla prima vendemmia del 2002 vinifichiamo le uve ed imbottigliamo i vini delle Contrade separatamente: la prima azienda a voler esprimere nella loro purezza le virtù poliedriche dell’Etna.
Tutte le vigne di proprietà ubicate sul versante nord dell’Etna si trovano nei comuni di Castiglione di Sicilia e Randazzo. Più precisamente tra i 600 e i 900 metri s.l.m. nella fascia collinare che si estende tra la frazione di Solicchiata e Randazzo, tradizionalmente riconosciuta la zona principe per il Nerello Mascalese.
Se l’Etna è da considerarsi come la “Borgogna del Mediterraneo”, questa fascia collinare equivarrebbe sicuramente alla sua “Côte d’Or”. Nel 2005, in quanto membro del consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela Etna D.O.C., Tenuta delle Terre Nere iniziò la sua crociata per formalizzare a livello ministeriale la definizione delle sottozone storiche. Questo per consentire ciò che lo statuto della D.O.C. Etna già prevedeva fino dal 1968 all’art. 7, ovvero che i vini Etnei potessero fregiarsi in etichetta della sottozone di provenienza delle loro uve che così fortemente caratterizzano la loro identità. Questo diritto fu poi inficiato da un comma di un Decreto Ministeriale del 1991. Nel 2012 il Ministero dell’Agricoltura ha approvato la nostra zonazione dei comuni Etnei più importanti, divisione operata mediante la ricostruzione dei confini delle contrade storiche. E qui dobbiamo ringraziare l’operato di colleghi che hanno voluto credere all’importanza di una conquista che non esito a definire storica per il disciplinare Etneo.
Ora, infatti, non solo abbiamo rivalorizzato identità effettive, ma si sono poste le basi perché, nel tempo e con la dovuta esperienza di generazioni a venire, si arrivi a valorizzare differenziazioni ancora più complesse che già s’intravedono con frazionamenti entro le sottozone già formalizzate. Si è aperto un mondo fino ad oggi inedito, e di ricchezza incommensurabile.
Così come la Borgogna offre al mondo le sue straordinarie variazioni del Pinot Nero, da ora in poi anche l’Etna potrà sottoporre ai palati più esigenti le infinite nuances del suo Nerello. E presto o tardi arriveremo, come in Borgogna, a identificare sempre più minuziosamente anche una gerarchia qualitativa che indubbiamente esiste, e alla quale, a grandi linee, anche la tradizione fa riferimento. I primi risultati sono già evidenti, in quanto tutte le aziende recentemente istituite, ed alcune anche di vecchia data, si fregiano con orgoglio delle loro Contrade.